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Ice 70 Racing Sport, affidabile avanguardia

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Veloce e di grande qualità, la seconda unità dell’Ice 70 by Felci Yachts si distingue per la forte personalizzazione di coperta e interni. Il layout con tre cabine/bagni assicura spazi e volumi all’insegna del massimo comfort

(di Alberto Mariotti)
Performance, volumi e affidabilità. Sono tre concetti che si accostano bene all’Ice 70 e, in generale, a tutta la produzione del cantiere. Bandido è il secondo 70 piedi a scendere in acqua, prodotto per un armatore messicano. È nella versione RS, che non sta per Raised Saloon, ma per Racing Sport ed è l’ammiraglia di una gamma oggi composta anche dagli Ice 33, 52, 54 e 60/62 (tutti firmati dallo studio Felci Yacht Design). Rappresenta l’apice dell’evoluzione del cantiere, sia in termini di linee di carena che di costruzione.
Nel panorama dei produttori italiani, Ice è riuscito a ricavarsi una posizione di rilievo e ben definita grazie a imbarcazioni semi custom performanti e realizzate con materiali e processi all’avanguardia. Non solo, il cantiere si distingue anche per l’artigianalità delle lavorazioni e il forte Made in Italy che caratterizza tutta la produzione che avviene “in house”, senza avvalersi di terzisti per lo stampaggio di scafi e ponti di coperta.
Ad appena un anno dalla presentazione del modello con la prima unità esposta in occasione dei saloni autunnali 2021, Ice Yachts è riuscito a varare il secondo scafo e ad avviare la costruzione dei n° 3 e 4 con altri due in fase di trattativa avanzata (il n° 2 è l’unico in versione RS). Non male per un modello di punta che, alla boa, ha un costo di 3.400.000 euro + Iva. Da quando è stato rilevato nel 2012 da Marco Malgara, Ice Yachts (prima si chiamava CN Yachts 2000) vanta una cinquantina di modelli varati tra monoscafi e catamarani e conta su una produzione di circa 5/6 barche all’anno. Il prossimo modello a scendere in acqua è il 62 Targa, versione con pozzetto protetto da un elegante hard top, mentre nel prossimo futuro arriveranno due collaborazioni con Farr per un 66 e un 80 piedi. Insomma, tanta carne al fuoco per un cantiere il cui fatturato cresce ogni anno del 20/25 percento insieme alla misura delle imbarcazioni prodotte e che si difende bene in un settore affollato di modelli e concorrenti blasonati.

Lifting keel e serbatoi strutturali
Il 70 si distingue per la chiglia telescopica con pescaggio che varia da un minimo di 2,75 metri a un massimo di 4,50. Al momento è stata scelta da entrambi gli armatori dei due 70 varati e di quelli in costruzione. La chiglia è stata progettata da Felci Yacht Design con sistema idraulico fornito da Cariboni. Una chiglia del genere permette di ridurre il dislocamento di circa il 10 per cento rispetto a una soluzione con bulbo fisso (che scende meno e deve quindi pesare di più per ottenere i medesimi valori di raddrizzamento).
Scafo e coperta sono laminati in infusione da stampo femmina utilizzando fibre di carbonio, le strutture sempre in carbonio sono laminate in opera e realizzate in infusione, diventando un tutt’uno con scafo e coperta, annullando scricchiolii e rumori. La coperta, oltre all’incollaggio classico, viene fascettata allo scafo così come tutte le paratie, creando una struttura monolitica e rigida. I serbatoi dei liquidi sono di carbonio e strutturali, sistemati sotto ai paglioli della dinette, e la sala macchine è insonorizzata con doppie guarnizioni.

Sfiorati i 13 nodi con il gennaker
Navighiamo al largo di Marina di Varazze in una calda giornata estiva che ci riserva però un bel vento da nord-ovest che scende veloce dalle valli liguri accelerando verso il mare. Passiamo da un regime di brezza su 5/6 nodi a circa 22 nello spazio di pochi metri con la barca che accelera trainata da un Gennaker enorme, 390 mq, dotato di calza per gestirlo più facilmente. Timonare un 21,30 metri in condizioni del genere è piacere puro e la barca resta sempre bene in controllo grazie anche alla disposizione dei comandi elettrici sulle consolle delle timonerie. Ognuna gestisce infatti i winch delle mura opposte permettendo così una navigazione in equipaggio ridotto. Certo, lunghezza e potenza si fanno sentire e con una vela di tale superficie bisogna sapere cosa si fa e restare concentrati. Navighiamo senza problemi intorno agli 11 nodi con il timone sempre morbido e preciso. Grazie al trasto annegato nel teak gestire lo scarrellamento è un’operazione intuitiva che permette di intervenire sulla regolazione della randa in modo rapido. Ma è solo con un giro negli interni mentre navighiamo a vela che si scopre una delle migliori qualità di questo Ice 70: non si avvertono cigolii, scricchiolii o quei tipici rumori di quando si cammina sui paglioli. Silenzio assoluto. Un vanto di cui poche imbarcazioni possono fregiarsi. Tocchiamo la punta massima di 12,9 nodi prima che il vento cali di nuovo a 6/7 nodi. Ammainiamo il Gennaker e passiamo a una bolina meno emozionante ma comunque molto efficace. Viaggiamo senza problemi tra i 6,9 e 7,4 nodi con un angolo al vento apparente sui 30° gestendo la barca in due per esigenze fotografiche. Le virate sono rapide e la barca perde poca velocità.

Umberto Felci, “progetto affidabile”
Abbiamo detto che l’affidabilità è una delle doti di questo Ice 70 e proviene da diversi fattori, la costruzione è sicuramente uno dei più rilevanti ma anche la progettazione ha il suo ruolo. Il cantiere lavora da sempre con lo studio Felci Yacht Design, un team composto da sei persone affiatate che lavorano insieme da oltre 20 anni. Il fondatore, Umberto Felci, ci ha raccontato che «l’unità numero 2 condivide con la prima gli stampi dello scafo e l’architettura navale, mentre coperta e interni sono passati attraverso una forte personalizzazione voluta dall’armatore. Mi piace definire gli spazi sottocoperta come “anti claustrofobia” perché hanno un layout classico con tre cabine e tre bagni, che su un 70 piedi permettono di mantenere volumi importanti. Anche il lavoro stilistico è stato notevole e la barca risulta diversa dalla prima, che era più scura. Abbiamo lavorato con legni e tessuti chiari e il risultato è notevole. Ci sono volute circa 2.000 ore di progettazione per gli interni, abbiamo modellato in 3D ogni singolo pezzo, perfino gli interni di armadi, stipi e cassetti. Un lavoro utile anche per la collocazione degli impianti, su cui non abbiamo avuto sorprese in fase di installazione.
Sono soddisfatto del risultato perché l’armatore ci ha permesso di introdurre elementi nuovi di design e arredo, come le due poltrone singole in salone, poco comuni e comode per un utilizzo intimo della barca. Mi piace lavorare con armatori che hanno le proprie idee e sono disposti a creare qualcosa di diverso per il gusto di farlo. È più stimolante di quando ti portano le foto di una barca già esistente chiedendoti di farla uguale. Per quanto riguarda l’architettura navale la carena è un’evoluzione di quella sviluppata per il 52, il 60/62 e ora il 70 e svolge in modo efficace due funzioni: navigare bene in crociera e andare veloce, per quanto possibile su un barca che ha tanto peso dedicato al comfort. Invece di pesare 38/40 tonnellate come un classico 21 metri ne pesa soltanto 30, ha una chiglia telescopica (con pistone di Cariboni, n.d.r.) e un timone equilibrato.
La scassa della chiglia e il bulbo sono stati fresati a controllo numerico e tutta la costruzione è millimetrica per assicurare una movimentazione sempre morbida e precisa, che non rovini il pistone idraulico e assicuri una grande affidabilità del sistema».

Scheda tecnica
Lunghezza f.t. 21,30 m
Lunghezza al gall. 20,52 m
Larghezza 5,76 m
Pescaggio lifting keel 2,75/4,50 m
Dislocamento a vuoto 28,50 t
Zavorra 6,6 t
Serbatoio acqua 1.080 lt
Serbatoio carburante 1.000 lt
Serbatoio acque nere/grigie 200/285 lt
Superficie velica randa/fiocco 150/115 mq
Motore Yanmar 4LV 195 cv​
Omologazione CE categoria A
Progetto Felci Yacht Design

Prezzo alla boa da 3.400.000 euro
Iva esclusa con motore Yanmar 4LV 195.

Cantiere
Ice Yachts, Salvirola (CR), tel. 0373 729220; info@iceyachts.it, www.iceyachts.it

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