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Il progetto Diamond e la rivoluzione axe bow

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Con il Progetto Diamond nasce la nuova generazione dei maxi yacht che si ispira alle imbarcazioni sviluppate durante la seconda guerra mondiale di supporto alla X Mas (leggi Baglietto). Si trattava di carene ad altissima efficienza che, sfruttando l’effetto solcante di prue affilate, ottenevano risultati strabilianti: con motorizzazioni modeste, si riuscivano facilmente a raggiungere i 30-40 knt.
Detto questo, ecco la linea Diamond firmata dall’architetto Franco Gnessi (Dynaship Yacht Design), nata da precise esigenze del mercato.
“Nello specifico – spiega lo stesso Gnessi – con il Progetto Diamond abbiamo inteso raccogliere alcune innovazioni tecniche sviluppate nell’ambito di studi universitari sull’evoluzione della fluidodinamica moderna. Nella nautica moderna su piccole navi si è tentato di migliorare l’efficienza delle carene utilizzando tutti gli stratagemmi possibili offerti dalla fluidodinamica. Non tanto per motivi economici di consumo, ma per implementare il più possibile i tempi di navigazione senza dover fare rifornimento. Tale obiettivo è stato centrato con le carene axe bow – ovvero prua a taglio dritto – sviluppate dall’Università di Delft all’inizio degli anni Ottanta”.
Il primo cantiere a credere in questa innovazione è stato Damen Shipyards che ha utilizzato tale tipo di carena su navi da lavoro di modesti dislocamenti. L’esperienza ha mostrato appunto che su navi dai 40 agli 80 metri questo tipo di carena rivela la massima efficienza.
Da qui l’idea di Franco Gnessi di sviluppare questo tipo di carena su una linea completa di navi da diporto partendo dalla misura ideale per iniziare lo sviluppo che a oggi arriva fino agli 80 metri. In effetti, secondo i responsabili del progetto, Diamond 58 metri dava i dati migliori in termini di resa, consentendo di affrontare anche motorizzazioni di tipo diesel-elettrico unificando il sistema propulsivo al fine di evitare alcune complicazioni e manutenzioni importanti. L’axe bow ha per effetto indotto un aspetto molto accattivante e dinamico che, se ben avviato in termini di linee, rende la nave elegantissima.
“Quello che abbiamo inteso trasmettere nella la linea Diamond dal punto di vista stilistico – conclude l’architetto Franco Gnessi – è l’enfatizzazione di tali aspetti conferiti da linee tese e moderne. Importantissimo sottolineare è che nelle nostre navi abbiamo mantenuto una grande abitabilità per uso diportistico High level senza nessun compromesso per quello che riguarda i sea toys e per gli spazi conviviali. Grande risalto nel layout si è dato alla distribuzione dei volumi al fine da avere una maggiore armonia generale della nave. Per quanto concerne la velocità di crociera ci si attesterà intorno ai 28 knt con una autonomia a emissioni zero di circa 240 minuti a 10 knt da utilizzare per entrare in aree protette interdette alla navigazione a idrocarburi”.

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