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Mediterranea e Ispra: di plastica il 65% dei rifiuti in mare

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È inquietante la lettura delle osservazioni effettuate nel 2022 da Progetto Mediterranea e ISPRA sullo stato dell’inquinamento nel Mare Nostrum, dove la plastica rappresenta il 65% di tutti i rifiuti rilevati. Emerge analizzando i nuovi risultati sulla presenza dei materiali di scarto galleggianti diffusi dall’Associazione Progetto Mediterranea e Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale – ISPRA nell’ambito del “Floating Litter”, un progetto di Advanced Citizen Science per studiare l’inquinamento del nostro mare.

Progetto Mediterranea: gli obiettivi
Come suggerito dal nome, Progetto Mediterranea è una spedizione culturale, scientifica e nautica salpata nel 2013 con lo scopo di studiare il Mediterraneo, sollecitando l’attenzione pubblica sui grandi temi sociali, ambientali, politici e culturali legati alla tutela del Mare Nostrum. Dal 2021 è partner di ISPRA nell’attività di salvaguardia ambientale e di ricerca scientifica. Mediterranea è anche il nome dell’imbarcazione, vettore della spedizione, che tra maggio e settembre 2022 ha navigato nel canale di Sicilia, circumnavigando l’isola, nel Golfo di Taranto e quindi lungo la costa adriatica sino a Venezia. Nel corso della rotta, l’equipaggio ha realizzato una serie di avvistamenti di rifiuti galleggianti all’interno del programma di osservazione e documentazione stabilito e verificato con i ricercatori dell’ISPRA – Ministero dell’Ambiente.

ISPRA, i risultati della campagna 2022 sull’analisi dei rifiuti in mare
«Rifiuti in mare sono stati osservati in tutte le aree percorse, dimostrando ulteriormente la vastità di incidenza del fenomeno del “marine litter”. I materiali di plastica sono i principali imputati del fenomeno, con una percentuale intorno al 65% di tutti i rifiuti rilevati» dichiarano i ricercatori di ISPRA. «Laddove è stato possibile risalire ad attività specifiche, gli oggetti più frequentemente osservati appartengono al packaging, buste e bottiglie di plastica e alle attività da pesca. I valori medi della densità di rifiuti sono in linea con quanto atteso, con densità maggiori in ambiente più costiero e minori in alto mare. Le concentrazioni di rifiuti più rilevanti sono state osservate nelle aree in cui è presumibile un maggiore apporto da terra, come alla foce dei fiumi in Adriatico e in prossimità delle coste meridionali della Sicilia dove sono state rinvenute notevoli quantità di schiume».

Tutela del mare, le potenzialità della citizen science
«La prosecuzione nel 2022 della collaborazione fra ISPRA e Progetto Mediterranea – dichiarano i ricercatori coinvolti nel progetto – ha permesso di ottenere dati adeguati dal punto di vista metodologico ed estremamente utili per contribuire alla conoscenza del fenomeno dei rifiuti marini costieri anche nelle nuove aree dello Ionio e dell’Adriatico. I risultati dimostrano ulteriormente le potenzialità della citizen science per contribuire alla costruzione della conoscenza sui fenomeni ambientali. Questo è particolarmente importante in ambiente marino, dove la vastità e complessità dei fenomeni richiedono un monitoraggio continuo, di larga scala e nel lungo termine, per evidenziare le manifestazioni in atto e monitorarne le eventuali variazioni nel tempo. La prosecuzione della collaborazione permetterà di ottenere informazioni in altre aree del Mediterraneo, contribuendo a diffondere la consapevolezza sulla necessità di una svolta sostenibile in tutti i settori delle attività umane».

L’appello di Simone Perotti, cofondatore di Progetto Mediterranea
«Invitiamo velisti e cittadini a entrare attivamente nella protezione dell’ambiente. E non a parole, ma dedicando una quota delle loro navigazioni, delle loro passioni, alla collaborazione con la ricerca scientifica. Non possiamo più permetterci di divertirci soltanto e di dedicare il nostro tempo solo a noi stessi. Vivere in questa epoca, e vivere il mare soprattutto, significa partecipare, contribuire».

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