Siamo a Fiumaretta, frazione minuscola (800 abitanti) di Ameglia, in quella Liguria di estremo Levante che sa già di Toscana: cinque minuti di auto e si passa dalla provincia di La Spezia a quella di Massa Carrara. Il vantaggio dei ristoranti “di confine” è quello di poter recuperare il meglio da territori vicini e lontani al tempo stesso. E la Locanda Tamerici è uno di questi. Premessa: il fine dining – tornato alla Stella Michelin nello scorso novembre – è una delle anime di quello che la proprietà definisce “Locanda di mare”, comprensiva del beach club con una grande spiaggia attrezzata, del bistrot del mare (aperto tutti i giorni, con un’offerta di piatti semplici e pensati per il consumo in spiaggia) e appunto il ristorante. Immerso in un contesto naturale di estrema bellezza, è stato totalmente ristrutturato in chiave contemporanea, molto “pulita” in sala. Colpiscono soprattutto i tavoli tondi, in marmo ovviamente, visto che siamo nella zona che di questa pietra rappresenta un luogo sacro. La riconquista della Stella è legata al ritorno di un cuoco famoso quale Mauro Ricciardi: qui, nel 1995, era iniziata la sua storia professionale, consolidata anno dopo anno con creatività e ricerca continua. Poi l’approdo nel 2014 all’altra storica Locanda amegliese, quella mitologica dell’Angelo – creata da Paracucchi – dove è rimasto fino all’ottobre 2020. Una carriera contraddistinta da piatti mai banali, clienti affezionatissimi e i riconoscimenti più alti del Levante ligure sulle guide, che rischiava di finire lì, prima della chiamata della nuova proprietà delle Tamerici. La scelta – romantica e ragionata – di ricominciare, nell’estate 2022, con una nuova brigata e rinnovati stimoli ha portato subito al ritorno nell’èlite. Ricciardi non ha cambiato (fortunatamente) mano. La sua idea di cucina muove da una scrupolosa selezione delle materie prime di terra come di mare e mette insieme tradizione e creatività in un gioco di equilibri e tecnica, di grande personalità.
Due i degustazione, a prezzi competitivi per quanto si trova normalmente in giro: Mare (cinque portate a 75 euro) e Territorio (sette portate a 110 euro). Piatti in costante rotazione, a base di prodotti quasi tutti liguri. Il pesce è quello di un ragazzo di La Spezia, che ha due o tre imbarcazioni. Ogni sera comunica a Ricciardi ciò che ha catturato ed è il meglio del mercato. Per le verdure ci sono tre o quattro contadini più un piccolo fazzoletto proprio per le aromatiche, mentre l’olio per il pesce arriva dai colli sopra il ristorante, quello per le carni dagli uliveti dei titolari in Toscana. Si tratta di piccolissime produzioni, che seppure in esclusiva non coprono il fabbisogno. Perlopiù animali da cortile, una volta il pollo, un’altra il coniglio o la faraona. Vi lasciamo la sorpresa per i piatti, sperando che ne incontriate uno: la sogliola, pesce del cuore di Ricciardi con il nasello («per la loro purezza, Gualtiero Marchesi ne raccomandava l’utilizzo esclusivo nei fumetti» ripete sempre lo chef del Levante), passata dolcemente al vapore, poi adagiata su una crema acidula di formaggio fresco fermentato con brodo di pesce, successivamente rigata da una salsa leggera di peperone e pomodoro, più delle olive taggiasche saltate alla menta in contrasto, un estratto di basilico e prezzemolo a freddo, il finocchio di mare. Per un favoloso tripudio di Mediterraneo, ad altissimo coefficiente di difficoltà, ma anche di gusto e cromia. Eccellente il servizio, grazie a una brigata di sala composta da Elena Cosmaciuc, Aitor Puig Lopez e la giovane Rachele Fossati. All’altezza la cantina, ripartita da zero. Che gioia rivedere un Mauro Ricciardi in piena forma.
ORMEGGIO PIÙ VICINO: Bocca di Magra, porto di Marina di Carrara, Porto Lotti
PLUS: la struttura immersa in una cornice naturale alle spalle della spiaggia, i prodotti liguri, la tecnica dello chef
INDIRIZZO: Via Litoranea 106, Fiumaretta di Ameglia (SP), tel. 0187.1677805, www.locandatamerici.com