Sam Manuard e Lorenzo Argento. Due yacht designer insieme a un team d’eccellenza per il nuovo First 36. Costruito da Seascape in Slovenia, ha la velocità nel Dna ed è capace di emozionare in crociera con la famiglia e in regata, sia in doppio sia in equipaggio
(di Alberto Mariotti)
Il First 36 è realtà. Una barca attesa più a lungo del dovuto, anche a causa della pandemia che ha scombinato i piani del cantiere, ma che ha consentito una fase di sviluppo più lunga e accurata. Dopo il 53 presentato nel 2019, è il modello con cui Bénéteau ritorna a quelle dimensioni e caratteristiche che avevano fatto apprezzare al mondo la linea First.
Il 36 non doveva essere il “solito” fast cruiser, ma un modello capace di cambiare radicalmente il paradigma di un settore oggi ricco di proposte, in grande parte francesi. Al mercato non serviva quindi un altro modello simile. Il punto di forza della barca è infatti la sua estrema versatilità: può essere un velocissimo e divertente cruiser per crociere in famiglia come un racer per regate in doppio o in equipaggio completo. Il cantiere ha raggiunto l’obiettivo grazie anche all’eclettico quanto inedito team progettuale composto da Sam Manuard per l’architettura navale, Lorenzo Argento per il design generale, Pure Design & Engineering di Giovanni Belgrano per l’ingegneria strutturale, Gigodesign per gli interni con concept di Bénéteau e costruzione a cura del cantiere sloveno Seascape.
UN MIX DI MENTI E CAPACITÀ COSTRUTTIVE che hanno permesso di creare una barca di grande serie con una predisposizione alle prestazioni tipiche di progetti più complessi e costosi e una costruzione meno di serie. Il First 36 ha un prezzo di listino che oggi parte da 198mila euro + Iva. Il cantiere doveva tenere basso non solo il dislocamento, ma anche il prezzo e per farlo ha scelto una costruzione “normale”, benché curatissima da Seascape. Non è stato utilizzato carbonio e la resina è una normale poliestere. La chiave è infatti un compromesso bilanciato tra le varie esigenze di progetto: il First è una barca per la famiglia, non un racer alla ricerca esasperata del decimo di nodo.
Prima di proseguire, una parola sul cantiere sloveno. Qui verranno costruiti i First fino a 40 piedi, mentre in Francia quelli di dimensioni maggiori. Proprio nella costruzione si cela uno dei segreti del 36: la flessibilità di un cantiere più piccolo e meno “strutturato”, ma con la capacità organizzativa unita alla potenza di Bénéteau, ha permesso un processo svincolato dai rigidi canoni industriali utilizzati invece per i modelli delle altre gamme.
Torniamo al First, descriverlo come leggero e quindi veloce è riduttivo: il 36 è molto di più. È, prima di tutto, un’imbarcazione per la famiglia, certamente una famiglia sportiva che ama l’azione e che accetta qualche piccolo compromesso negli interni (il bagno piccolo). È anche una barca capace di prestazioni non comuni e quindi ideale per le regate. Sappiamo bene che nel mercato non è l’unica a essere veloce, ma è una delle pochissime – costruita in serie – che lo fa in modo naturale, senza il “dramma” di solito legato alla ricerca delle prestazioni e di un equipaggio idoneo. Non serve infatti un team di super professionisti per farlo planare: il 36 con 9 nodi di vento reale inizia a staccare la scia e a entrare in planata. Basta una famiglia che vuole divertirsi in vacanza per farlo correre. Una barca che permette di navigare a vela più a lungo, perché cammina anche con vento leggero e invece di sfinire l’equipaggio e costringerlo ad accendere il motore ti invoglia a portarla a vela. Con il risultato di fare meno ore a motore, consumare e inquinare meno e godersela di più. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza un lavoro enorme alla ricerca dell’ottimizzazione dei pesi per un dislocamento finale di 4.800 kg abbinato a una superficie velica di 75 mq che permette al 36 di planare con estrema facilità e di spazzare via le complicazioni di solito necessarie sulle altre imbarcazioni per andar forte.
Il progettista Sam Manuard ci ha spiegato che «il punto di forza del 36 è navigare veloce, offrire un buon comfort generale e un minimo di sofisticazione tipiche delle barche da regata». Riguardo alla sua facilità di planata in condizioni normali Manuard ha detto che «i fattori principali che permettono prestazioni del genere sono sostanzialmente tre: la qualità di costruzione e ingegnerizzazione che hanno permesso di risparmiare peso ovunque possibile. Il secondo è non aver fatto compromessi sul pescaggio profondo che dona un’elevata stabilità allo scafo; non è un pescaggio esagerato per una barca da regata pura, ma per una da crociera lo è. Il terzo fattore è la forma molto efficiente delle linee d’acqua alla ricerca di una planata anticipata».
La barca è realizzata in sandwich di Corecell con infusione sottovuoto e resina poliestere con paratie in composito. Sottocoperta anche i mobili sono in composito e contribuiscono alla rigidità della barca. Nonostante l’indole sportiva il 36 è una barca per la famiglia e negli interni si è voluto dare un tocco di calore con diversi inserti in legno che richiamano quanto già fatto da Lorenzo Argento nel First 53. Anche l’isola centrale, così rara su queste dimensioni, suggerisce l’anima family cruiser della barca ed è un elemento fortemente voluto da Argento, che ci ha raccontato: «Per me il 36 è la barca perfetta, quella che io oggi prenderei per andare in vacanza e partecipare a qualche regata lunga in stile Rolex Middle Sera Race, più per il gusto dell’avventura che per la ricerca del risultato. Grazie anche a queste nuove geometrie triangolari, con la poppa così larga, gli interni guadagnano nuove prospettive (hanno volumi comparabili a quelli dei 40 piedi di una volta, n.d.r). Non vorrei niente di più, c’è tutto quello che serve per una crociera in quattro persone, anche di più se sei giovane. E non dimentichiamo che ha un rapporto dislocamento/lunghezza, una delle leggi fisiche più importanti che definiscono le prestazioni, che permette di surfare con grande facilità».
Il layout prevede tre cabine e un bagno verso prua, proprio questo ambiente è quello più sacrificato, una scelta però consapevole per dare più spazio al salone e non rubare troppi centimetri alla cabina di prua.
Con un gruppo di quattro persone, l’assetto migliore per una vacanza all’insegna del comfort con il 36, una delle due cabine di poppa si trasforma in un enorme spazio di stivaggio mentre un gruppo di giovani saprà come sfruttare al meglio le larghe panche del divano salone per aggiungere altri due posti letto “volanti”.
NAVIGHIAMO A IZOLA, IN SLOVENIA, BASE DEL CANTIERE SEASCAPE, dove la giornata inizia con vento molto leggero. Quando usciamo ci sono appena quattro nodi d’aria, sufficienti però a farci navigare di bolina a 3,5/4 nodi. In rotta verso sud ovest il vento rinforza fino a stabilizzarsi sui 15/16 nodi prima di calare nuovamente. Con il Code 0 navighiamo sempre oltre i 9,3 con la barca in planata. Te ne accorgi subito guardando la scia che stacca e ascoltando il ronzio prodotto dallo scafo. Questo rumore inizia intorno agli 8 nodi di velocità e ai 9 la barca inizia a planare. La conduzione rimane facilissima con le ruote sempre precise e morbide anche in assetto sbandato.
Quando il vento scende intorno ai 12 nodi torniamo alla bolina con un’andatura sempre oltre i 7 nodi con punto sugli 8, ma non più in planata.
Guardando le due ruote del timone si può notare come siano piuttosto alte, una scelta che facilita gli spostamenti del timoniere per adattare la posizione alle esigenze di regata. Ed è proprio il pozzetto la zona migliore del First 36 grazie alla sua versatilità.
Due persone in regata troveranno subito i meccanismi e gli spazi per affrontare una prova lunga da soli. E lo stesso faranno i cinque o sei velisti per una regata con equipaggio al completo. Due box rimovibili permettono di aumentare la lunghezza delle panche una volta in crociera.
Scheda tecnica
Lunghezza f.t. 11,98 m
Lunghezza al gall. 10,66 m
Lunghezza scafo 11,00 m
Larghezza 3,80 m
Pescaggio std 2,25 m
Dislocamento a vuoto 4.800 kg
Zavorra 1.550 kg
Serbatoio acqua 200 lt
Serbatoio carburante 70 lt
Superficie velica bolina 80 mq
Motore 29 cv
Omologazione CE categoria A/6
Architettura navale Sam Manuard
Design Lorenzo Argento
Ingegneria strutturale Pure Design & Engineering
Interni Gigodesign
Concept e R&D Bénéteau & Seascape
Prezzo listino da 198.000 euro
Iva esclusa f.co cantiere con motore 29 cv
Cantiere
Bénéteau, Francia. Lista dealer su www.beneteau.com