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"Nel ricordo di Alessandro Risolo"

Azimut Yachts, ritorno alla natura

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Pantalone a palazzo carta da zucchero con impunture a vista. Chemise bianca con maniche a sbuffo, sorriso incorniciato da un rossetto rosso, sguardo vivido ed eloquente (narrava di recenti soddisfazioni), due pendenti etno-chic alle orecchie sotto una chioma très naturel.

Giovanna Vitelli, presidente di Azimut|Benetti, in occasione della conferenza stampa di presentazione di Seadeck, prima serie ibrida di motoryacht Azimut, era raggiante, financo emozionata. Orgogliosa di un padre, il suo, assente giustificato («è in montagna» ha riferito), eppure sempre presente nelle parole di ammirazione e gratitudine perché è dalla visione di Paolo Vitelli che tutto è cominciato.

AZIMUT YACHTS, BACK TO NATURE

Al civico 5 di Via San Protaso, in una location milanese, eppure molto yachting style per via di una luce benedetta (più primaverile di così non si poteva desiderare, neanche a prenotarla anzitempo ai piani altissimi), si è parlato (in inglese) di «ritorno alla natura».

In piedi, davanti a un pubblico di giornalisti e amici, Giovanna Vitelli, Federico Lantero, Marco Valle, Matteo Thun, Antonio Rodriguez e Alberto Mancini hanno raccontato di Seadeck appunto che, oltre a rappresentare la sintesi di anni e anni di ricerca in tema di sostenibilità, «vuole essere» come sottolineato proprio da Vitelli «una nuova rotta ispiratrice per le generazione future». «Perché l’unico mondo che abbiamo è questo e dobbiamo capire dove sta andando e come salvaguardarlo» ha precisato l’architetto Thun, matita di fama internazionale che con Antonio Rodriguez ha curato gli interni della nuova sfida di Avigliana. «Con Giovanna ci siamo capiti al volo» ha aggiunto Thun. Quando c’è intesa, del resto, non servono troppe parole. E nemmeno orpelli: «Abbiamo lavorato per sottrazione. La vera sensorialità è sottrazione». Via tutto quello che non serve insomma, tutto ciò che si frappone tra uomo e natura, ostacolandone il dialogo.

Concetto condiviso appieno anche da Alberto Mancini, collaboratore di lunga data del cantiere, che di Seadeck, invece, ha curato gli esterni. «Ho voluto enfatizzare al massimo il concetto di apertura, di purezza, di trasparenza» ha spiegato. Non a caso si parla di Seadeck come di una Fun Island, isola galleggiante, luogo privilegiato in cui l’armatore può staccare la spina e respirare a pieni polmoni.

Ad aprire gli interventi, scalettati con vivacità, è stata naturalmente Giovanna Vitelli. Visibilmente emozionata si diceva. Giustamente fiera dei traguardi raggiunti dal Gruppo finora. Traguardi possibili grazie a investimenti, ricerca continua, coraggio. Grazie alla voglia di imparare, di esplorare altre possibilità. Di pensare lo yachting come un puzzle in cui incastrare tasselli virtuosi e non chiacchiere. In cui il triangolo perfetto è fatto da e di basse emissioni, utilizzo di materiali sostenibili e contatto con la natura.

AZIMUT YACHTS, GLI ATOUT DI SEADECK

Dal punto di vista tecnologico, la nuova Serie rappresenta l’epitome dei venti anni che Azimut ha dedicato alla ricerca e all’implementazione di innovazioni sostenibili. Una green route che oggi vede il risultato più alto nei Low Emission Yacht, modelli che garantiscono una riduzione delle emissioni dal 20 al 30%. Un risultato senza pari sul mercato, di cui tuttavia la nuova range riscrive i confini con l’obiettivo di raggiungere in anticipo il target di contenimento delle emissioni di CO2 fissato dalla International Marine Association (IMO) per il 2030. 

Seadeck, infatti, è la prima Serie al mondo che già dai 60 piedi integra propulsione ibrida, sistemi di bordo per ridurre i consumi energetici e soluzioni per abbattere le emissioni: oltre il 40% di superficie in carbonio, la carena planante più efficiente di sempre, sosta in rada a zero emissioni grazie al pacco batterie di ultima generazione. Una combinazione che permetterà l’abbattimento fino al 40% delle emissioni di CO2 in un anno di uso medio, tra navigazione e soste in rada, rispetto a una barca tradizionale. 

 

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