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"Nel ricordo di Alessandro Risolo"

Alberto Galassi va bene, va benissimo così

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Non c’è scaletta che tenga. Se l’intervistato è Alberto Galassi, i copioni saltano come mine. Dopo quaranta minuti di chiacchierata, la sensazione è quella di aver fatto il giro del mondo a velocità Mach 10, talvolta in volo rovesciato. Le virate sono improvvise: passare dall’EBITDA adjusted a «quella volta che l’amico Pierfrancesco Favino mi disse…» è un attimo. Il cielo, del resto, è un luogo molto caro all’amministratore delegato di Ferretti Group. Da piccolo (a patto che lo sia mai stato) sognava di diventare pilota di caccia. Anche se non a bordo di un F-16, in alto l’Avv. è arrivato lo stesso perché (senza piaggeria alcuna) è un uomo spinto da una propulsione di rara potenza, alimentata a ottimismo più che sostenibile. Che gli deriva, evidentemente, dall’essere nato in Emilia, terra vocata alla genialità, e dalla consapevolezza che, in fondo, la vita, a volte spietata e beffarda, è un soffio… quindi sempre meglio batterla sul tempo.

A oggi la tabella di marcia non fa un plissé. Dal 2014, anno del suo ingresso in Ferretti Group, Galassi ha centrato tutti gli obiettivi. Non ultimo, il debutto su Euronext Milan, listino azionario gestito da Borsa Italiana che arriva dopo la quotazione del marzo 2022 sulla Borsa di Hong Kong.

Alberto Galassi_quotazione_Ferretti_Borsa_Milano

What else? I conti in ordine, of course. Il Gruppo ha da poco approvato la performance finanziaria del primo semestre 2023.
In estrema sintesi: utile netto di 40,9 milioni di euro, +36,8% rispetto ai primi sei mesi del ’22, ricavi a 580,8 milioni con un +8,6%, portafoglio ordini a 1,4 miliardi con un incremento di circa il 15,8%. Ferretti Group, per stare in tema, vola.
Gente di Mare 2.0 prova a spiegare di che pasta è fatto l’uomo al comando. Arrivando alla fine, si scoprirà che la nautica passa decisamente in secondo piano, non perché non sia centrale nella vita di Alberto Galassi, anzi. Diciamo piuttosto che tanto successo deriva ancorché da acclarate doti manageriali, da uno straordinario corredo umano e umanistico.

 

Avvocato, ogni quanto nasce un Alberto Galassi?
Dipende. Se lo chiede a mia madre, la quale asserisce che per i primi due anni di vita io non abbia mai chiuso occhio, dirà “il meno possibile”. Se lo chiede ai miei collaboratori diranno “mai” (sorride). Io direi che nasce il 23 dicembre del 1964. Una volta basta e avanza. C’è un bellissimo quadro, Scirocco, che Mario Schifano dipinse ispirandosi ai deserti libici. È una tela molto grande, ha un turbine di colori a pennello e tubetto schiacciato con sabbia del deserto che dà l’idea di un vortice. Mio figlio Piero sostiene che io sia la personificazione di quest’opera.
Semplificando, lei è un uragano 
Sono una tempesta. Di novità, innovazioni, idee. Non mi fermo mai. Non mi arrendo mai. Non accetto la possibilità che non ci sia una seconda possibilità.
Da che cosa dipende tanta intraprendenza?
Dalle miei origini. Sono nato in Emilia Romagna, terra indomita di gente indomita, regione vulcanica senza vulcani. Il fatto che in una manciata di chilometri quadrati ci siano Ferrari, Maserati, Lamborghini, Ducati, Massimo Bottura, il Parmigiano reggiano, l’aceto balsamico, geni musicali indimenticati del calibro di Luciano Pavarotti, Lucio Dalla, credo sia più che sufficiente per comprenderne l’assoluta grandezza. Non solo. Sono mosso da una fortissima curiosità infantile. Voglio imparare, capire, entrare in mondi sempre nuovi. Non ultimo, ho piena consapevolezza della brevità e della fragilità della vita. Quindi la vivo nel miglior modo possibile, tenendomi, per esempio, a debita distanza da pessimisti e noiosi.
Nel suo elenco di illustri conterranei, manca Luciano Ligabue
Lo amo più come regista. Credo che il film Radiofreccia sia un capolavoro.
Rispetto a Vasco Rossi, invece, non ci sono dubbi. Il quadro alle sue spalle è elequente.
È una magnifica tela di Gianmarco Montesano, ritrae Vasco da bambino.
Immancabile la scritta Va bene, va bene così. Va davvero tutto bene? La gestione di sette brand (Wally, Ferretti Yachts, Pershing, Itama, Riva, CRN e Custom Line) non deve essere proprio una passeggiata.
No, infatti non lo è. È piuttosto una melodia, formata da… da sette note. Suonate oltretutto da bravissimi orchestrali. Ferretti è un gruppo coeso, forte, leale, fatto da persone che ogni giorno concorrono al successo che è oggettivamente sotto gli occhi di tutti. Qui nessuno ha paura di sudare. Anche perché non c’è successo senza sudore. L’unico posto al mondo in cui la parola successo viene prima di sudore è il dizionario.
E lei giustamente è un uomo del fare. Le chiacchiere, come si dice, stanno a zero. Sarà per questo motivo che molti la vorrebbero a Palazzo Chigi?
Mettiamola in questi termini: sarà per questo che non scenderò mai in politica. Le lusinghe arrivano da destra, da sinistra, ma non cedo. L’Italia è il Paese del no. Io non accetto no, non accetto che non ci siano strade per raggiungere un obiettivo.
A proposito di strade, facciamo un gioco. Sta viaggiando, all’improvviso buca. Chi chiama?
Le dico prima chi non chiamerei: mia madre. Non risponde mai al telefono, come del resto i miei migliori amici. Le uniche persone che rispondono sempre sono mia moglie, i miei figli e l’ingegner Piero Ferrari.
Per una cena spensierata invece? Chi chiama?
Vince Luigi Bergamini a mani basse. Oltre a essere un mio collaboratore, è il mio migliore amico. Abbiamo duemila argomenti in comune e sicuramente non parleremmo di lavoro.
Per c
onfidare un segreto?
Mia madre.
Scusi, ha appena dichiarato che non risponde mai
Appunto.
Capito, lei i segreti se li porta nella tomba. Già che ci siamo… Dio esiste? E la vita oltre la morte? E una precedente a quella che viviamo?
Dio esiste. Rispetto alla seconda domanda credo che per un certo lasso di tempo si resti sulla terra sotto un’altra forma. Io avverto spesso la presenza di persone a me care che non ci sono più. In merito a chi siamo stati prima non saprei… quello che posso dire è che ho una totale avversione per i luoghi di sofferenza, in particolare per i castelli medievali, luoghi di combattimento. 
Quindi è possibile che lei nella sua vita precedente sia stato un soldato?
Non lo so. In ogni caso credo in un prima e in un dopo.
Torniamo con i piedi sulla terra, anzi nell’acqua. Non manca molto alla stagione dei Saloni nautici d’autunno. Quale rappresenta meglio Ferretti Group?
Il Cannes Yachting Festival, in assoluto.
Avvocato, un difetto
Non ho pazienza.
Un pregio?
So perdonare. Non porto rancore. Ho una memoria lunghissima per i bei ricordi, cortissima per i brutti. Perdono, cancello e vado avanti.
L’ultima volta che ha perdonato?
Era il 2018.
Dica qualcosa di più, di grazia.
No. Posso soltanto aggiungere che si trattava di questioni professionali e non familiari.
Ci mancherebbe, la famiglia non si tocca. Però le chiedo che cosa rappresenta per lei? 
La mia famiglia? L’unica ragione per cui, se richiesto o necessario, potrei levare le mani dalla cloche.

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